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D'Annibali dà voce a diversi personaggi, artisti, scienziati, disperati, perdenti, verso i quali il riguardo del poeta richiama la sensibilità di Saba in Città Vecchia, come se volesse ricordarci, parafrasando il cantautore Claudio Lolli, che "nessun uomo è un uomo qualunque". Mai melensi né banali, sempre spiazzanti e coraggiosi, i versi di D'Annibali sanno sviscerare l'amore e i suoi infiniti aspetti senza ombra di retorica. "In A pochi pensieri dalla riva" scrive nella postfazione Fabrizio Sandrini "D'Annibali racconta e si racconta con pazienza... la pazienza che solo i poeti hanno di andare a scovare una parola dovunque essa si celi". Per le poesie in dialetto basta, come afferma Fabio Serpilli (uno dei maggiori esperti di poesia dialettale), un solo aggettivo: meravigliose. Il libro si chiude con un omaggio a Giorgio Caproni, otto poesie volutamente "caproniane" che con audacia e profondo rispetto continuano la ricerca oltre i limiti della ragione avviata dal poeta livornese nel Franco Cacciatore e nel Conte di Kevenhuller.